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La Città di Salerno del 16/04/2012 - Speciali - Pagina 28 - DIARIO.

servizi Disabili penalizzati dalla crisi del trasporto

Egregio direttore.

sono un non vedente che nonostante le difficoltá quotidiane della disabilitá dá un contributo alla societá, essendo lavoratore dipendente alla Corte d'Appello.

A Salerno si parla da mesi della profonda crisi dei trasporti pubblici, ma non si parla delle difficoltá di chi quotidianamente fruisce di quei mezzi pubblici (che contribuisce anch'egli a pagare tramite tasse e balzelli) e che regolarmente resta a piedi.

Io devo andare a lavoro, non posso giustificare la mia assenza dicendo che i bus non camminano.

Altre persone prendono lo scooter, l'auto, la bici o si organizzano con parenti, ma chi non ha nessuno come deve fare?

Potrei chiamare un taxi, ma il costo può essere sopportato solo per due o tre giorni.

Io mi chiedo se e possibile che una cittá, dove si spendono milioni di euro per incentivare l'arrivo dei turisti, sia poi inaccessibile ai suoi cittadini che non hanno la possibilitá di muoversi in autonomia.

Autobus che mancano, che saltano le corse, informazione assente o che bisogna ottenere con il passaparola la mattina dinanzi alle pensiline.

Ma questo stress chi me lo ripaga?

Io pago le tasse e se non le pago rischio di ricevere cartelle esattoriali, ma se chi mi deve garantire i servizi essenziali non me li garantisce vorrei capire chi mi ripaga del disservizio?

Sogno una cittá a dimensione di disabile, perché tutti i disabili hanno gli stessi diritti dei normodotati.

E non capisco perché, se in una societá io produco (e come me tanti altri che hanno le mie stesse problematiche) dobbiamo essere dimenticati dalle istituzioni.

Una cittá a dimensione di disabile è tanto difficile da ottenere?

Non si possono avere autobus regolari con la vocalizzazione del numero e della destinazione per non vedenti e ipovedenti?

In altre cittá, ad esempio Bologna e Milano, sono una realtá, ma qui dimentico di essere al Sud e per di più in Campania, una regione disastrata a tutti i livelli in cui si sognano anche servizi essenziali.

E ancora: io pago la Tarsu, ma l'Amministrazione non ha messo a disposizione dei disabili visivi indicazioni in braille per il riconoscimento dei sacchetti.

E pensare che e stato semplice far vocalizzare un ascensore nel mio palazzo:

chiedevo in fase di sostituzione dell'impianto di inserire un campanello all'apertura delle porte e, in tutta risposta, oltre al campanello, e stata attivata anche la sintesi vocale che informa del piano in cui ci si trova e della direzione dell'ascensore.

Premo quel pulsante di chiamata sognando la mia cittá accessibile, sperando che un giorno uscendo di casa trovi un autobus puntuale che mi porti in ufficio e che mi comunichi con la stessa voce sintetizzata la fermata dove devo scendere e il numero di autobus che ho preso.

Sarò felice quel giorno, perché con le tasse che ho pagato ho dato un servizio a me, a tanti disabili visivi della mia cittá, a tanti anziani che hanno problemi di vista, a tanti turisti che magari ritengono semplice normalitá ciò che per noi può essere straordinario.

Antonio De Angelis.

Consigliere provinciale.

Unione Italiana Ciechi.


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