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La Città di Salerno - Domenica 29 maggio 2011 - Pagina 11 - Cronaca

IL DRAMMA. Adozione negata a una cieca.

L'Unione dei non vedenti si rivolge al ministro alle Pari opportunitá.

Una telefonata la ferma mentre va dalla bimba "Mamma per un'ora".

"Mi sento come una donna che, nel giorno del suo parto, con carrozzina e tutina pronte per l'uso, ha perso la sua bimba, senza neppure vederla".

Con queste parole esprime il suo dolore Maria Sicignano, "madre adottiva per un'ora" come lei stessa si è definita.

Ieri, nella sede salernitana dell'Unione italiana ciechi, ha reso pubblico il suo dramma.

Impiegata comunale non vedente, la signora Sicignano, insieme al marito Rocco Pascale, al fratello Andrea e alla cognata Lucia Calenda, ha raccontato, sostenuta dal presidente dell'Uic di Salerno, Vincenzo Massa, l'incredibile storia della "momentanea" adozione della piccola Giulia, presentatagli dopo un calvario di sei anni, costellato di vani tentativi e ritardi burocratici.

Dichiarati non idonei per l'adozione, nel 2006, i coniugi, dopo aver frequentato ben tre corsi di formazione genitoriale, hanno finalmente avuto la possibilitá di presentare domande di adozione nazionale ai Tribunali di Sassari, Brescia e L'Aquila, dove avevamo tenuto colloqui conoscitivi.

Un percorso costellato di ostacoli, quello dei Pascale, che avevano espresso la disponbilitá ad adottare anche un bambino non vedente o con altri handicap visivi.

"Il 7 maggio siamo stati contattati dal Tribunale dell'Aquila per ottenere in affido preadottivo la piccola Giulia - spiega la signora Sicignano - Come da loro richiesto, ci siamo rechiamo muniti di carrozzina e vestitino al Tribunale, per portare a casa la bimba di appena due mesi.

Siamo stati accolti con grande entusiasmo dal giudice che, rivolgendosi a mia cognata con l'appellativo di "zia", e invitandoci a riportargli a vedere tra un anno la piccola che ci attendeva giá presso la casa famiglia, ci ha consegnato il decreto di idoneitá".

Non trascorrono neppure due ore che la signora, a pochi passi dall'ingresso della casa famiglia, apprende da una telefonata di poter solo vedere la bimba, senza portarla via con sé.

"Presi dallo sconforto siamo tornati dal giudice, che ci comunicò di non poterci affidare la bambina a causa della mancanza di energia elettrica, che gli aveva impedito di visionare il fascicolo su cui c'era il parere negativo del pubblico ministero - ricorda la signora - Ci hanno chiesto la restituzione del decreto (ma noi abbiamo rifiutato) e poi di non divulgare la notizia, promettendoci di risolvere la questione, atteso che il parere del pm non era vincolante".

Il giorno dopo, spegnendo ogni speranza, il giudice ha invitato i coniugi a intraprendere un percorso psicologico per verificare il possibile feeling tra loro e la minore, di soli due mesi.

"Tra le motivazione del rifiuto forniteci poi, quella assurda della chiusura della nostra coppia al mondo esterno.

Naturalmente abbiamo declinato l'invito del percorso psicologico e ora chiediamo giustizia al Ministro Mara Carfagna" hanno concluso "i genitori per un'ora", attorno cui si stringono il presidente Massa e tutta l'Uic.

Per esprimere solidarietá ai coniugi, è possibile lasciare un commento al video divulgato su Libero.it: "Mamma adottiva per un'ora".

Marilia Parente.


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